English (United States) français (France) Deutsch (Deutschland) italiano (Italia) español (España) português (Portugal) русский (Россия) 中文 (中国)
Palladio e suo intervento

Andrea di Pietro della Gondola nacque a Padova nel 1508 da una famiglia di ceto non elevato; il padre svolgeva modeste attività, dapprima nel campo della molinatura (era soprannominato «della Gondola», con riferimento alla piccola imbarcazione con cui trasportava i sacchi di farina lungo i canali padovani), poi nella produzione di berrette.

Vicenza, statua di Palladio accanto alla Basilica PalladianaVicenza, la statua di Andrea Palladio accanto alla Basilica

Palladio non ebbe alcuna formazione artistica, come pittore o scultore, ma come scalpellino. In giovane età iniziò a lavorare da 'tagliapietre' nella bottega padovana di Bartolomeo Cavazza da Sossano. A 16 anni si trasferì a Vicenza, dove si impiegò come apprendista scultore nella bottega di Pedemuro San Biagio, tenuta da Giovanni di Giacomo da Porlezza e Girolamo Pittoni da Lumignano, scultori a quell'epoca molto noti in ambiente vicentino. Collaborò a realizzazioni importanti, come l'Altare Maggiore del Duomo di Vicenza. Pur svolgendo mansioni secondarie, si fece notare per la sua maestria.
Tra il 1535 e il 1538 avvenne l'incontro che cambiò radicalmente la sua vita: mentre lavorava nel cantiere della villa suburbana di Cricoli ne conobbe il committente, il nobile Giangiorgio Trissino, poeta e umanista, che lo prese sotto la sua protezione. Fu proprio lui ad attribuirgli il nome classico di Palladio, e a guidarlo nella sua formazione culturale, improntata allo studio di Vitruvio e degli altri testi antichi fondamentali per un architetto. Con il Trissino Palladio compì negli anni quaranta del Cinquecento diversi viaggi a Roma, dove ebbe modo di osservare e studiare i monumenti e le vestigia dell'antichità.
Fin dagli esordi Palladio propose uno stile misurato, basato sull'armonia delle proporzioni. I primi incarichi importanti che ricevette in qualità di architetto furono alcune residenze dell'aristocrazia locale (Thiene, Da Porto). Una volta affermato il suo nome, ebbe la prima commissione pubblica, per la sistemazione delle logge del Palazzo della Ragione di Vicenza, che divenne poi la celebre Basilica Palladiana. Negli anni seguenti, Palladio ridisegnò Vicenza - imprimendole il volto di una città classica, espressione un rinnovamento voluto dall'aristocrazia vicentina - e della campagna veneta, specialmente con le numerose ville progettate per la nobiltà. Grazie alla sua sempre crescente fama, Palladio impose il proprio stile anche a Venezia, dove realizzò principalmente edifici religiosi, come le Basiliche del Redentore e di San Giorgio Maggiore. L'ultimo capolavoro di Palladio fu il Teatro Olimpico di Vicenza, ispirato agli antichi teatri greco-romani, terminato dopo la scomparsa dell'architetto dal seguace Vincenzo Scamozzi. Andrea Palladio morì in Veneto il 19 agosto 1580. Lasciò un cospicuo patrimonio di opere e un fondamentale trattato, I quattro libri dell'architettura.
I ventisei edifici realizzati da Andrea Palladio nella città di Vicenza sono la testimonianza di come un singolo artista sia riuscito a trasmettere la sua particolare impronta architettonica all'aggregato storico urbano preesistente. Tale densità di edifici d'alto valore artistico fa comprendere la decisione dell'Unesco di riconoscere l'intero centro storico e le sue adiacenze, iscrivendolo nella Lista del Patrimonio Mondiale.
L'architettura palladiana si inserisce equilibratamente in un tessuto edilizio formatosi in epoche diverse e con diversi stili. Palladio seppe infatti creare una sorta di ‘ponte' tra i valori estetici presenti nel contesto medievale e quattrocentesco e la nuova visione architettonica che recuperava l'eredità classica, andando a dettare metodi e forme di sviluppo assunti poi come modelli di perfezione, fino a tutto l'Ottocento.